LA MEMORIA

 

Caro lettore,

 

E’ importante sperare che lo sia, ma lo è altrettanto darsi da fare..e non perdere tempo!Il passar del tempo sai bene che ha dei “pro” e dei “contro”: ad esempio tutto cio’ che si usa si deteriora, compresa la MEMORIA. E’ proprio di Lei che oggi ti voglio parlare, anche perche’ è un argomento che per vari motivi, mi sta a cuore.

 

I ricercatori hanno distinto la memoria in :procedurale (ad es. ricordarsi di come si va in bicicletta); dichiarativa (richiama i fatti, gli eventi della nostra vita) ed infine la memoria emotiva, responsabile del significato emotivo degli eventi. Quest’ultima condiziona la formazione della memoria negli altri due sistemi, in particolare la memoria dichiarativa..Significa cioè che le emozioni hanno un ruolo importante nei processi mnemonici: ci ricordiamo infatti con maggiore facilità la trama di un film coinvolgente,o gli eventi della  vita vissuti con passione, o con dolore o con una grande gioia.

 

So che non sto dicendo nulla di nuovo, ma è importante che tu sappia che dietro a queste considerazioni, ci sono recenti studi di neuroscienziati che hanno definito le sedi delle emozioni, della memoria,e persino le relazioni esistenti tra apprendimento ed i processi emozionali, descritte da un punto di vista anatomico e fisiologico.

 

Ma perchè la memoria cala con il passar del tempo? I danni alle cellule nervose iniziano piuttosto presto, e verso i  50-60 anni vi è una sensibile accentuazione. I neuroni (questo è il nome “tecnico” delle cellule nervose) vengono danneggiati nel “motore” cellulare, i mitocondri, minuscoli organelli responsabili della produzione di energia ed i fautori del danno sono i “radicali liberi”, sostanze che compromettono da un punto di vista biochimico l’integrità cellulare.

 

Un altro killer dei neuroni (soprattutto dell’ippocampo – una delle aree cerebrali che detiene la memoria-) è lo stress mal gestito, ovvero una squilibrata reazione allo stress.

 

Quattro sono le condizioni che rendono lo stress “patologico”: 1) una reazione eccessiva ad un evento stressante; 2) uno stato di stress cronico (incapacità di staccare la spina); 3) mancanza di allenamento a vivere situazioni difficili; 4) non riuscire a vedere una via d’uscita…;forse ne esistono altre, ma si dice che queste siano le principali. Un evento stressogeno crea delle reazioni, sia a livello ormonale che nervoso: si alza il livello di cortisolo (il cortisone prodotto dal corpo), che nello stress ben gestito torna presto ai livelli di base. Invece una squilibrata reazione mantiene alto il livello di questo ormone nel sangue: è il cortisolo che blocca la capacità del neurone di assumere glucosio, che è il principale nutrimento di questo tipo di cellule e le conseguenze sono facilmente intuibili.. Ma non è solo lo stress a fare del danno,  è anche il passare del tempo che riduce la capacità di “staccare la spina”, proprio per un fisiologico deficit dei processi di disattivazione del cortisolo.

 

Rimangono così vivi i ricordi di un tempo, di quando cioè le strutture cerebrali deputate alla memorizzazione erano integre, mentre i ricordi più recenti si perdono un po’..(ma secondo te quest’aspetto è sempre e solo negativo?...potrebbe esserci qualche vantaggio nascosto?...magari non  certo per i familiari!).

 

Si sa che ci sono alimenti, supporti nutrizionali (ad es. la lecitina di soia, oppure i grassi insaturi contenuti nel pesce..), abitudini motorie, mentali (tecniche di rilassamento e visualizzazione) che limitano la fisiologica involuzione cerebrale. Le strategie sono sempre più conosciute e lavorano sul concetto(la plasticità cerebrale) che è meglio avere pochi neuroni e ben funzionanti,attivati da stimoli adeguati, che averne tanti, pigri e scollegati gli uni dagli altri; ed è anche vero che non abbiamo solo delle perdite, ma, nonostante il passar del tempo, può nascere anche qualche nuovo, piccolo neurone (la neurogenesi).

 

Quindi: diamoci da fare, per sapere di cosa è meglio nutrirci, come tenere allenato il pensiero, come vivere il movimento fisico in tutta la sua benefica funzione! Così saremo

 

d’aiuto non solo a noi stessi, ma a tutti coloro con cui condividiamo la quotidianità!

 

Con cordialità!

 

Paola Fava.